La Certosa di Serra San Bruno: tra storia, spiritualità, natura e le ricchezze del Parco

La Certosa di Serra San Bruno richiama uno dei siti calabresi più importanti dal punto di vista storico, ma calato anche in un’area verde e forestata tra le più belle del Mediterraneo. Il Parco Naturale delle Serre, che fa capo dal punto di vista istituzionale alla Regione Calabria ed è situato tra la Sila a nord e l’Aspromonte a sud, è ricco di abetine tipiche, con presenza del monumentale abete bianco, di pinetine di pino laricio, di faggete, di castagneti, di pioppeti e di querceti. Rientra nei confini del Parco anche l’Oasi del lago Angitola, riconosciuta come zona umida di valore internazionale. Fauna (dal lupo al gatto selvatico, dal cervo alla martora, dal tasso al cinghiale, dal riccio al ghiro, dallo sparviero al nibbio reale…) e flora (oltre agli alberi citati si pensi anche all’ontano, al leccio, al tasso, al salice, all’acero…, per poi passare ad arbusti quali la ginestra, l’erica, il mirto, l’agrifoglio…) sono molto consistenti e variegate. Le Serre sono preziose anche per la risorsa acqua, tant’è che sono presenti anche diverse cascate, come quella del Marmarico, a Bivongi (Reggio Calabria).

La Certosa di Serra San Bruno, che sorge a circa 800 metri di altitudine in un’area boschiva dell’omonimo comune di Serra San Bruno (Vibo Valentia), è legata alla straordinaria figura umana e spirituale di Bruno di Colonia (1030 circa – 1101), monaco tedesco fondatore dell’Ordine Certosino. Bruno giunse in Calabria alla fine dell’XI secolo: il conte Ruggero il normanno gli concesse un ampio territorio proprio nel cuore della Calabria dove il monaco tedesco fondò l’eremo di Santa Maria (1091) situato a poco più di un chilometro di distanza dal sito dell’attuale Certosa. L’area dell’eremo è visitabile e facilmente raggiungibile in auto o a piedi: sono presenti anche una chiesa oltre che un laghetto con la statua del Santo inginocchiato in preghiera. Il monastero di Santo Stefano, attuale Certosa, fu fondato qualche tempo dopo l’arrivo di Bruno e dedicato ai fratelli che condivisero la sua scelta. Quando il Conte Ruggero affidò al futuro San Bruno un nucleo di guardaboschi ed operai, questi vennero insediati nell’attuale paese di Serra San Bruno, a breve distanza dalla Certosa, in modo che vivessero separati dalla comunità monastica. Ruggero e Bruno morirono nello stesso anno, il 1101. La figura di Bruno, con visione comune da parte del Papato e dei Normanni, fu fondamentale per il processo di latinizzazione di una Calabria che a quel tempo era prevalentemente greca.

Tutta l’area della Certosa, compreso l’abitato di Serra, merita una visita accurata che è ricca di stimoli spirituali, culturali, storici, artistici, naturalistici. Nel comprensorio del parco meritano attenzione numerosi altri siti. La tradizione agricola e agroalimentare è importante, a partire dai funghi, dalla cultura del maiale, dai dolciumi tipici. Adiacente alla Certosa è attivo anche un museo. Consigliabili lunghe passeggiate.