La Calabria è una terra splendida. Tanto meravigliosa quanto poco valorizzata e rispettata nella sua dimensione naturalistica, ambientale, ecologica. Uno dei punti di forza di una Calabria tutta da scoprire sono le vedute panoramiche, i paesaggi. Lo avevano capito i viaggiatori del Grand Tour, nei secoli passati, sempre impegnati a rappresentare con disegni e dipinti, o con le sole parole, gli scorci panoramici che si presentavano loro di fronte, a seconda dei diversi itinerari programmati o casuali. Viaggiando nel tratto reggino della Statale Jonica 106 si giunge a Palizzi Marina, terra di vino. Se ci si incammina, in auto, verso il centro storico di Palizzi, e quindi spostandosi verso l’interno, ad un certo punto, sfruttando il movimento delle curve, e se la giornata è nitida, il gigante Etna vi apparirà in tutta la sua maestosità. La conformazione geografica della Calabria fa sì, infatti, che la porzione più meridionale, prima di giungere all’imboccatura dello Stretto di Messina, sia rivolta verso la provincia di Catania dominata, appunto, dall’Etna. Un’altra denominazione di questo vulcano ancora attivo è quella di Mongibello: la sua altitudine (quasi 3.500 metri) lo rende visibile da diversi punti della Calabria, ma quando lo si riesce ad ammirare dal Basso Jonio reggino sembra quasi di poterlo toccare con le mani. Questo scorcio panoramico è bellissimo in tante occasioni: con la luce e i colori della bella stagione, d’inverno quando la cima dell’Etna è innevata, di notte se sono in corso eruzioni con diffusione di lava incandescente. La fotografia che accompagna questo breve pensiero l’ho scattata personalmente l’anno scorso nel periodo della vendemmia. L’Etna appare in tutta la sua grandiosità. Mi sono sempre chiesto: ma perché non si è mai ragionato su un rapido collegamento marittimo tra il Basso Jonio reggino e Catania? Si aprirebbero scenari economici, turistici e culturali dal potenziale straordinario! Misteri del Sud! (Massimo Tigani Sava)