Belcastro è un comune dell’entroterra jonico catanzarese ricco di storia e di cultura. L’abitato medioevale è dominato dal Castello, visitabile, detto dei Conti d’Aquino. Dalla sommità del maniero si gode tra l’altro un bellissimo panorama e si può riflettere su secoli e secoli di storia calabrese tra Medioevo, Rinascimento ed Età Moderna. La comunità di Belcastro, caratterizzata anche dalla presenza di numerose importanti chiese, è legata alla figura di San Tommaso d’Aquino, una delle esperienze più importanti in assoluto del cattolicesimo. C’è chi ritiene che proprio il castello di Belcastro sia stato il luogo di nascita della giganteggiante figura del frate domenicano, sommo esponente della Scolastica. San Tommaso d’Aquino è nell’elenco dei “Dottori della Chiesa”, in cui la tradizione cattolica, al massimo livello, riconosce quelle personalità che abbiano dato, con il loro pensiero, i loro scritti, le loro opere e la loro santità, un contributo fondamentale nello spiegare ed esemplificare, dal punto di vista soprattutto teologico e filosofico, le ragioni più profonde della fede e della dottrina. San Tommaso d’Aquino “siede” quindi in questo “collegio” sublime assieme a pilastri quali Sant’Ambrogio, Sant’Agostino d’Ippona, San Gregorio Magno. Dal 1880 Tommaso d’Aquino è il santo patrono delle università e dei centri di studio cattolici. Non è possibile riassumere in poche righe l’importanza di questa personalità eccelsa, ma possiamo ricordare che fu anche punto di congiunzione tra la filosofia classica di impronta greca (Platone, Aristotele…) e la cristianità. Giovanni Paolo II nel 1980 gli conferì il titolo di Doctor Humanitatis.
Torniamo quindi a Belcastro, cittadina impegnata nella valorizzazione delle proprie radici identitarie e del suo suggestivo centro storico. L’1 novembre 2024 si terrà la manifestazione intitolata “Na jurnata ara ruga, intra u vicolo e Castellaci”. Orario 10.00-21.00. Tour guidati e stand enogastronomici. Belcastro è tra l’altro rinomata per la produzione dell’olio extravergine di oliva. La “ruga”, in dialetto calabrese, è una porzione di centro storico, tra stradine, viuzze, vicoli e piazzette di tipico impianto medievale. Nella “ruga”, un tempo animatissima, si svolgeva la vita quotidiana del popolo, dei bambini con i loro semplici giochi di strada, degli artigiani intenti a lavorare il legno, le stoffe, le scarpe e il cuoio, il ferro, e delle donne impegnate nei lavori di casa. Nella “ruga” ci si conosceva tutti e, purtroppo, le “rughe” sono state anche troppo spesso sinonimo di sofferenza sociale ed economica, di sacrifici immani, di punto di partenza di moti migratori forzati dal bisogno. Oggi le “rughe”, opportunamente rianimate, possono diventare un potente attrattore turistico in una visione di massima valorizzazione delle radici identitarie.
Immagine pubblicata: il centro storico di Belcastro (fotografia di Massimo Tigani Sava)