Reggio nell’età di Augusto e il drammatico esilio della bella e traditrice figlia Giulia

Reggio Calabria è una delle città più antiche d’Europa e da oltre 2.500 anni riveste un ruolo importante, e talora anche strategico, nella regione di appartenenza, nel Sud Italia, nell’area dello Stretto e finanche in una dimensione territoriale molto più ampia. Reggio Calabria, città metropolitana, conta circa 170mila abitanti, ed è la più popolosa tra Catanzaro, Cosenza, Crotone e Vibo Valentia. I comuni della provincia sono 97, per una popolazione complessiva di circa 555mila unità. È sede di un prestigioso ed importante Museo Archeologico Nazionale che ospita, fra l’altro, i celeberrimi Bronzi di Riace, ritrovati alcuni decenni fa nel tratto di Mar Jonio antistante appunto Riace. Tra i reperti conservati nel Museo di Palazzo Piacentini anche la testa del Filosofo ritrovata a Porticello, anch’essa bronzea.

Questo fondamentale presìdio del patrimonio storico-archeologico italiano ci ricorda che Reggio fu una potente e prospera città della Magna Grecia (Rheghìon), assieme a Locri, Crotone, Sibari. In età augustea fu denominata Rhègium Julium. La storiografia antica ci ricorda che venne fondata intorno al 730 a.C., e quindi prima di Sibari e di Crotone. I coloni elleni che parteciparono alla spedizione errano calcidesi, con aggiunta di nuclei di messeni. Il tiranno Anassilao di Reggio agli inizi del V secolo avanti Cristo riuscì a unire sul piano politico la sua città a quella di Messina (allora detta Zancle), costituendo di fatto una prima area metropolitana dello Stretto. Proprio durante la conquista operata da Anassilao, Zancle venne ribattezzata con il nome di Messana. Con la battaglia di Imera, il tiranno reggino, alleato dei cartaginesi, venne sconfitto dai Siracusani. Reggio ebbe una storia lunga e che segnò passaggi importanti in età romana, in età bizantina e su su lungo i secoli del Medioevo, del Rinascimento e dell’età moderna e contemporanea.

Una curiosità storica: Giulia Maggiore, la figlia bella e “disobbediente” di Augusto, venne esiliata a Reggio dove trovò la morte nel 14 d. C. Giulia, appena adolescente, aveva sposato prima il cugino Marco Claudio Marcello, figlio di Ottavia minore sorella di Augusto, e poi, ancora diciottenne, il più maturo Marco Vipsanio Agrippa, politico, comandante militare e architetto (realizzò il primo Pantheon) legatissimo al pacificatore di Roma. Morto Agrippa, cui Giulia aveva dato ben cinque figli, l’affascinante e colta protagonista di molto significative pagine della Roma che da repubblica diventava impero, venne data in sposa da Agusto (11 a.C.) al figliastro Tiberio che poi divenne imperatore. Nel 2 a.C. Giulia venne arrestata con le gravissime accuse di tradimento nei confronti del padre e di adulterio (fu anche ripudiata da Tiberio). Per questa stessa vicenda Iullo Antonio, figlio di Marco Antonio sconfitto da Augusto ad Azio (31 a.C.) e amante di Giulia, venne indotto al suicidio. Dopo un primo esilio nell’isola di Ventotene, Giulia venne trasferita a Reggio. Augusto le negò anche la sepoltura delle ceneri nel mausoleo familiare. L’immagine che correda questo articolo si riferisce a un bel tratto dello stupendo lungomare di Reggio Calabria, dal quale si può ammirare lo Stretto.