Parte il Vinitaly edizione 2024. La Calabria presente con una collettiva al Padiglione 12

Pronta a partire la 56ma edizione del Vinitaly. Anche la Calabria del vino sarà presente alla kermesse scaligera dedicata al mondo e all’economia del vino che si svolgerà alla Fiera di Verona dal 14 al 17 aprile 2024. Per presentare la nuova tappa di quest’atteso appuntamento internazionale, facciamo riferimento alle parole di Luca Zaia, presidente della Regione Veneto: «Vinitaly si conferma manifestazione top a livello internazionale, capace di innovarsi e rinnovarsi ogni anno, con estrema attenzione alla qualità e all’identità dei territori. Le aspettative – ha dichiarato il governatore già ministro dell’Agricoltura in una nota stampa del 30 marzo scorso – sono davvero alte, Verona e il Veneto saranno nuovamente al centro di uno straordinario palcoscenico, gli occhi del mondo e degli appassionati di enologia saranno puntati sulla città scaligera e sul più grande evento nel mondo del vino». «Secondo le stime – ha aggiunto Zaia – oltre alla crescita delle cantine espositrici che quest’anno saranno 4.000, per 100mila metri quadrati occupati, la 56ma edizione ha raggiunto un altro grande traguardo con il coinvolgimento di 1.200 top buyer, in crescita del 20% sull’edizione 2023 e addirittura del 70% rispetto a 2 anni fa. Sessantacinque Paesi i protagonisti della domanda estera selezionati, a cui si aggiungeranno, secondo le stime, circa 30mila operatori stranieri che arriveranno da oltre 140 nazioni, tra cui Stati Uniti, Canada, Cina e Regno Unito. Numeri molto promettenti, da sold out, che confermano il successo di Vinitaly, diventato negli anni punto di riferimento internazionale. C’è quindi molta attesa per una manifestazione che esalta uno dei comparti più importanti della nostra economia: il Veneto è la regione dove si produce più vino in Italia e quella che esporta di più nel mondo. Un ringraziamento agli organizzatori e a tutti coloro che si stanno impegnando per l’ottima riuscita di questa 56ma edizione». Toni entusiastici, ma non lontani dal vero, per un Made in Italy del vino che merita attenzione, rispetto e interventi sempre più adeguati al fine di affrontare le difficili sfide che si presentano sui mercati globali: dal cambiamento dei gusti dei consumatori alle crisi geopolitiche, dalle politiche dei prezzi alla necessità di essere sempre di più individuabili, unici e distintivi. Un Made in Italy del Vino in cui anche il Mezzogiorno, e la stessa Calabria, offrono un contributo importante anche in termini di biodiversità, di recupero di vitigni autoctoni, di identità culturale.

La Calabria si presenterà con una collettiva organizzata dalla Regione, Dipartimento Agricoltura, al Padiglione 12 di Veronafiere. Lo sforzo voluto da Occhiuto e Gallo è stato quello di concentrare il maggior numero di cantine calabresi in uno spazio unico, in modo da dare una visione il più possibile completa e articolata, tra operatori più storici e affermati, e nuove leve più o meno conosciute e desiderose di crescere. Novità di quest’anno la presenza degli Amari, settore nel quale la Calabria è leader nazionale per quantità prodotte: in testa ovviamente il gigante Caffo e il Vecchio Amaro del Capo, e poi altri marchi di successo quali La Spina Santa di Bova Marina con il suo Kaciuto. La 56esima edizione del Vinitaly verrà seguita con grande attenzione dal network LaC che proprio in questa occasione presenterà il sistema Grand Terroir.

La Calabria è una regione vitivinicola nobilissima ma di nicchia. L’essere “piccoli” comporta inevitabilmente la necessità di distinguersi. La Calabria (dati Vino in Cifre Uiv, edizione 2024) ha un potenziale produttivo di 10.810 ettari, a fronte del totale nazionale di 678.059, pari quindi all’1,59%. Si immagini che il Veneto, regione leader in Italia, dispone di 101. 106 ettari vitati, la Sicilia di 98. 753, la Puglia di 90. 219. Le dichiarazioni Agea (ufficiali) ci dicono che nel 2022 la Calabria ha prodotto 130. 077 ettolitri di vini e mosti, a fronte di 49. 842. 611 di tutto il Belpaese (appena lo 0,26%). Un dato comparativo: il Veneto ha avuto all’attivo 12,6 milioni di ettolitri, la Puglia 10,13 milioni, la Sicilia 3,51, l’Abruzzo 3,08. Più piccole della Calabria, dal punto di vista vitivinicolo, soltanto la Valle d’Aosta, terra di montagne altissime, la stretta Liguria e la Basilicata. In questo quadro produttivo, la Calabria ha dato vita a 54. 285 ettolitri di vini Dop (rossi, bianchi, rosati, passiti…), a fronte di 23. 880. 728 dell’intera Italia (lo 0,23%). Anche in questo caso qualche raffronto ci darà l’idea del rapporto che esiste fra le regioni italiane del vino e le piccole realtà, quali appunto la Calabria, che hanno di fronte un’unica strada percorribile: la qualità estrema e distintiva. Il Veneto ha prodotto 10,08 milioni di ettolitri di vini Dop, il Piemonte 2,36 milioni, il Friuli Venezia Giulia 1,73 milioni, l’Emilia Romagna 1,63 milioni, la Toscana 1,60 milioni, l’Abruzzo 1,07 milioni, la Sicilia 1,44 milioni.